Pescara cambia casa

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La ricostruzione post-bellica ha visto a Pescara la realizzazione di una cintura di quartieri di “case popolari” che hanno fortemente connotato la città: anche nei decenni immediatamente successivi è continuata questa opera di costruzione con alcuni risultati particolarmente interessanti (Villaggio Alcione sulla riviera sud) ma anche con alcuni problemi di accumulazione volumetrica e sociali (case di Via Sacco, quartiere Zanni).

Dagli anni ’80 questa pressione costruttiva pubblica sulla città si è allentata, lasciando scatenare quella legata alla sola iniziativa privata e alla vendita che ha puntato dapprima a saturare ogni area libera nel territorio comunale e poi ha iniziato un’operazione di sostituzione edilizia che ancora va avanti.

I quartieri oggi Ater sono diventati così delle “enclave” a maggior densità abitativa all’interno della grande diffusione urbana che connota la città come parte di un sistema urbano medio-adriatico che si distende parallelamente alla costa per molti chilometri, allungandosi all’interno della rete infrastrutturale nord-sud. Quartieri definiti prevalentemente dall’uso residenziale hanno visto le dotazioni collettive (mercato, parco pubblico, ecc.) perdere di importanza e decadere fino all’abbandono e talvolta alla dismissione.

Negli ultimi anni si è posta l’occasione di un ripensamento di questi quartieri, attraverso operazioni di manutenzione e ristrutturazione, talvolta con demolizioni, in particolare con lo strumento costituito dai Progetti Urban per le periferie pescaresi.

I corsi di Composizione hanno affrontato alcuni casi-studio all’interno di una cultura architettonica contemporanea che da alcuni anni già si interroga su: nuovi modi di abitare che prevedono una maggior flessibilità degli alloggi; la ricerca di una mixitè funzionale, nel complesso insediativo ma anche già all’interno del blocco architettonico, che veda le destinazioni residenziali alternarsi e legarsi a usi pubblici e attrezzature collettive; il ruolo del verde ed un legame innovativo con il paesaggio urbano e gli ultimi resti di campagna in città.

Centro della ricerca progettuale è stata poi la criticità introdotta negli edifici preesistenti dalle nuove pressanti questioni climatiche e dalla necessità di rispondere con sapiente uso di sistemi edilizi passivi e tecnologie energetiche legate a fonti rinnovabili.

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a cura di Carlo Pozzi