Descrizione
Segno 273 si apre con una prima ricognizione sulla 58° Biennale di Venezia. Una Biennale non facile che ha diviso la critica, aperto dubbi e discussioni, anche fra i nostri collaboratori, così come già anticipato sulle pagine online nelle scorse settimane.
Le prime letture e riflessioni sono di Paolo Balmas, il cui commento sul senso generale dell’operazione curatoriale di Ralph Rugoff, si può riassumere in questa frase, che abbiamo estrapolato dal suo testo: Sta in un azzardo teorico sul quale si potrebbe discutere a lungo ma che nell’immediato sembra reimpostare in modo diretto ed originale molti problemi e molte tensioni proprie della cosiddetta era della globalizzazione.Un commento, pertanto, possibilista anche se, in conclusione, il consueto Premio Paolo Balmas al miglior artista della Biennale, non va che all’unica artista da lui citata: Zanele Muholi.
Segue quello pregno di incertezze di Maria Letizia Paiato che, oltre a scendere nel dettaglio di alcune opere esemplari, pone quesiti di natura estetica e concettuale – a volte disturbanti – come nel caso di Barca Nostra di Christoph Büchel, spingendosi in osservazioni non sempre accomodanti, compresa quella intorno al Padiglione Italia, il cui giudizio negativo lascia poco margine d’interpretazione.
Il viaggio lungo la Biennale continua con una breve intervista di Elda Oretoa Caterina Avataneoassistente curatrice del Padiglione – Leone d’Oro -della Lituana, la quale spiega le vere radici del progetto. Si prosegue con un ulteriore commento generale alla Biennale di Ilaria Piccioniche introduce alla disamina dei Padiglioni Nazionalisu una selezione realizzata da Antonella Marino, Marilena Di Tursi, Maria Vinella, Roberto Salae CeciliaPaccagnella.
Sono sempre Antonella Marino, Marilena di Tursi, Maria Vinella, cui si aggiungono le firme di Serena Ribaudo, Rita Olivierie Maila Buglioni, insieme ad altri collaboratori, a raccontare di alcune mostre collateralicome quella dedicata a Beverly Pepper, Arshile Gorky, Chiara Denys, George Baselitz, Future generation, Pino Pascali, Jannis Kounellis, Hillary Clinton emails. , J.Lee Byars, Joana Vasconcelos, e di altre visibili in questo momento a Veneziacome Luoghi e Segni, Luc Tuymans, Recursion and Mutations, Hiroyuki Masuyama, Id Art Tech exhibition, Young Artist in the Hotel.
A questa prima selezione di collaterali, sul prossimo n.274, seguiranno nuove recensioni alle altre mostre che in questo momento arricchiscono il panorama espositivo veneziano.
Non c’è, infatti, soltanto la Biennale a catturare l’attenzione della stampa e della critica in Italia ma anche tutta una serie di mostre fra Istituzioni pubbliche, fondazioni e gallerie che meritavano approfondimento. Sul n.273 sono ospitate le recensioni di Emilio Tadini, Lyçia Pape, Hao Wang, Riccardo De Marchi, Sheel Gowda, Biennolo 2019, Filippo Armellini, Mattia Bosco, Il Soggetto Imprevisto. Arte e femminismo in Italiaa Milano. Di Raphael Danke, C. Lorh, L. Dujourie, Salvatore Astore, a Torino. Di Pistoletto, Tayou, Bruyckere & Peng Yua San Gimignano, di Tony Cragg, Vittorio Corsinia Firenze. Di Sulle vie della Setae di Cremonini, Manfredi, Colettia Bologna, di Paola Pivi, Zhang Enli, Impronte dell’Artee Tian Lia Roma. Di Arianna De Nicolaa Pescara e Sabrina Casadeia Caserta.
Oleg Kulikè invece l’artista in copertina, attualmente in mostra alla Galleria Pack di Milano. Emblematico e caustico nei confronti di tutto ciò che per tradizione o conformismo è sacro, l’artista russo, che tutti ricorderanno l’indimenticabile azione performativa I Bite America and America Bites merealizzata alla Deitch Projects di New York nel 1997, con un chiaro riferimento a I Llike America and America Likes me di Joseph Beuys,a rivederlo oggi, sembrerebbe avere anticipato di gran lunga i Tempi Interessanti di questa Biennale 2019.
Per rileggere gli articoli pubblicati on-line sulla Biennale di Venezia di Dario Orpheé La Mendola: https://www.rivistasegno.eu/oral-anal-biennal-and-your-interesting-time/; https://www.rivistasegno.eu/a-chi-piace-guardare-la-biennale/.